È già di per sé un cambiamento comprendere la causa di un malessere piuttosto che soffermare la propria attenzione sui sintomi. Il dottor Edward Bach considerava la malattia come uno squilibrio, una disconnessione tra l’anima e la vita quotidiana. James Hillman direbbe che non stiamo onorando il nostro daimon. Le grandi tradizioni orientali ci spiegherebbero il malessere come incongruenza tra la nostra missione nella vita e ciò che stiamo realmente facendo. Secondo i Veda, infatti, noi e solo noi (cioè io e solo io) siamo nati con un certo talento e siamo in grado di esprimerlo meglio di chiunque altro sulla faccia della Terra. Se non “obbediamo” a questo talento e non ne facciamo uso in questa vita, siamo “condannati” a soffrire. In sostanza, in qualunque direzione si diriga lo sguardo, quella del cambiare prospettiva per comprendere i nostri disagi è decisamente l’indicazione comune.
E poiché molte nostre sofferenze hanno origine sul piano emotivo, ecco che i Fiori di Bach arrivano in nostro aiuto. Su come agiscono, non ci soffermeremo ma potete trovare qui una descrizione chiara. Focalizziamo la nostra attenzione sul cambiamento, sull’influenza che persone o eventi esterni a noi hanno su noi stessi. Cambiare è insito nella vita stessa. Si comincia a cambiare fin dal concepimento. Da spermatozoo a neonato trascorrono poche settimane ma il cammino è lungo, i cambiamenti che si generano anche dal punto di vista prettamente fisico sono innumerevoli e, direi, di vitale importanza.
Nonostante ciò, la relazione più difficile è proprio quella che instauriamo con il cambiamento. Succede dall’asilo a scuola, succede con il primo ciclo mestruale e la menopausa per le donne, ma anche con il primo rapporto sessuale e l’andropausa per gli uomini. Succede con un trasloco, con la perdita di una persona cara, con l’amico che ci delude. Succede ogni giorno di fronte anche al più piccolo ostacolo (la coda alla cassa del supermercato, la pioggia che ci coglie di sorpresa mentre andiamo a un appuntamento di lavoro), il cambiamento è sempre attivo e noi abbiamo due possibilità: o ci adeguiamo e, accettandolo, ci lavoriamo su oppure lo neghiamo e ci inerpichiamo su crinali impossibili da scalare, lottando con tutte le nostre forze per riattivare lo status quo, in nome di chissà quale omeostasi e al soldo della paura.
I motivi di irritazione sono dunque un numero altissimo e imprecisato nell’arco di una vita, tanto vale comprendere che si tratta semplicemente di cogliere al volo l’occasione e volgerla a nostro vantaggio. In questo, i Fiori di Bach sono davvero uno strumento valido e assai utile, anche nelle cose spicce del quotidiano. Ecco alcuni esempi di Fiori con relativi stati d’animo collegati. Ma ricordate: si tratta di esempi generici e dunque non rinconduciibli a chiunque in modo indiscriminato. Rivolgetevi a un professionista e, in breve tempo, imparerete a comprendere voi stessi quali sono i rimedi più adatti a voi e alla situazione che state vivendo.
Walnut
Frasi chiave: “Mi faccio influenzare da tutto e da tutti!” – “Non accetto di essere invecchiato”
Scleranthus
Frasi chiave: “Accetto o rifiuto il trasferimento?” – “Non so se telefonare per disdire o scrivere una email”
Wild Oat
Frasi chiave: “Cosa sarà della mia vita?”
White Chestnut
Frasi chiave: “Non riesco a togliermi dalla testa il fatto che i miei capelli stiano diventando bianchi. È un chiodo fisso!”
Honeysuckle
Frasi chiave: “Stavo meglio prima di traslocare… Prima sì che andava meglio!”